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Fratelli unici – Conferenza stampa del film con Raoul Bova e Luca Argentero

30/09/2014 | Interviste |
Fratelli unici – Conferenza stampa del film con Raoul Bova e Luca Argentero

Anteprima romana questa mattina per Fratelli unici, nuova commedia con la coppia di belli del cinema italiano Bova-Argentero per la prima volta insieme sul set.
La storia è quella di due fratelli unici, Pietro (Raoul Bova) un chirurgo affermato che non sa più come si ama, e Francesco (Luca Argentero) un eterno ragazzino che lavora come stuntman e che non ha mai amato.  Entrambi hanno passato tutta la vita a desiderare di essere figli unici. Ma un incidente fa perdere completamente la memoria a Pietro che ora è come un bambino. Dal momento che la ex moglie Giulia (Carolina Crescentini) non ne vuole più sapere di lui, Francesco è costretto a portarlo a casa e per la prima volta fare la parte dell’adulto. Inizia così una folle convivenza le cui punte tragicomiche si svolgono sotto gli occhi della bella vicina di casa Sofia (Miriam Leone), irritata dalla superficialità di maschio 'alfa' con la quale Francesco cerca di rieducare Pietro. Ma quando Pietro incontra lo sguardo di una donna che gli fa battere il cuore, scoprirà che, anche se si è dimenticato tutto, non può dimenticare chi ha amato davvero. 

Presenti alla conferenza stampa seguita alla proiezione, il regista Alessio Maria Federici e i quattro protagonisti Raoul Bova, Luca Argentero, Carolina Crescentini, Miriam Leone. Seduti accanto a loro, la co-sceneggiatrice Elena Bucaccio (che ha scritto il film con Luca Miniero), i produttori Matilde e Luca Bernabei e Paolo Del Brocco per Rai Cinema. 
Il film uscirà nelle sale giovedì 2 ottobre in 420 copie distribuite da 01 Distribution.

La prima domanda è per i due attori protagonisti. Come giudicate i vostri personaggi? C’è stata competizione fra voi due?
Luca Argentero: “Innanzitutto ho scoperto una cosa fondamentale. Se c’è Bova qualsiasi altro maschio alfa viene accantonato!! (ride).
In realtà è un film che ha avuto una genesi piuttosto travagliata. A pochi giorni dall’inizio delle riprese nessuno di noi due era molto in forma, ci siamo trovati a casa del regista una sera ed eravamo piuttosto stanchi, ci siamo presentati e dopo mezz’ora abbiamo iniziato a raccontarci i fatti nostri come se ci conoscessimo da una vita, la cosa bella è che non dicevamo niente a riguardo del film. Se devi interpretare due fratelli, devi trovare il giusto affiatamento e credo che sia stata un’idea intelligente di Alessio: creare una complicità tra i due attori”.

Raoul Bova continua: “A fine serata Luca mi ha detto: ti ringrazio, mi hai sollevato, ho trovato qualcuno che sta peggio di me!!!”.

Luca Argentero: “Per quello che riguarda il mio personaggio, Francesco, io non lo stimo per niente, è un irresponsabile non si assume le responsabilità ma soprattutto ha un pessimo rapporto con i sentimenti, con l’amore, forse è proprio il motivo per cui i due fratelli hanno fatto un po’ ‘tabula rasa’ dei sentimenti intorno a loro. E’ poi l’improvvisa innocenza del personaggio di Raoul, Pietro, quella che rivela grandi verità. Le cose salvifiche nel loro rapporto sono l’amore, l’affetto, il prendersi cura di qualcun altro. Solo attraverso questo tuffo nell’adolescenza si riscoprono le cose importanti”.

Raoul Bova: “Il personaggio di Luca rappresenta un po’ la disillusione.  Il mio personaggio, Pietro, viene trasformato da un incidente. Perdendo la memoria, inizio a riguardare le cose con gli occhi di un bambino. Luca, attraverso il mio personaggio, riesce anche lui a capire che anche dentro di lui tante cose non sono perdute.
Questo rapporto è un po’ una seconda opportunità di crescere. Molto spesso la vita ci fa indossare delle maschere ma in fondo al nostro cuore abbiamo bisogno d’amore”.

Intervengono Carolina Crescentini e Miriam Leone sui loro personaggi:
Carolina Crescentini: “Il mio personaggio è quello di una donna che ha perso l’uomo della sua vita ma è stata con il fratello di suo marito in un momento di debolezza; ora sta ricominciando la sua vita con un uomo che non ama ma che gli dà tranquillità e si accontenta. E’ una cosa che accade davvero. Questo incidente crea una magia, l’uomo che ha amato, dimenticando, la ri-sceglie”.

Miriam Leone: “Il mio personaggio, Sofia, è una donna single si che si mantiene da sola, fa l’insegnante di yoga e pilates, e ha un vicino di casa, Francesco, che detesta. Però, nel momento in cui incontra la purezza di Pietro e la possibilità di ricominciare, si inserisce nel rapporto tra fratelli e parte questa rieducazione sentimentale. Guarda con occhi rinnovati l’amore, quella cosa che non ti fa sentire il tempo che passa”.

Una domanda per il regista. Ci puoi raccontare la tua esperienza di regista con questo quartetto di attori?
Alessio Maria Federici: “Ero l’unico che non avevo minimo minimo un paio di stalker appresso! (ride). Tornando seri, è stato un grandissimo gioco abbiamo cercato di approcciare le cose raccontando quello che succede nella vita. Raccontare come si può ripartire dopo un errore è stato facile e divertente”.

Una domanda per la sceneggiatrice Elena Bucaccio. Tu sei abituata a scrivere per lunghe serie, qual è il rapporto tra la lunga serialità e un film, che tipo di osmosi o ostacoli ci possono essere?
Elena Bucaccio: “Io penso che la mia generazione è quella che ha imparato le regole di far funzionare le cose e che è riuscita a metterci dentro un po’ di cuore. Scrivere questo film è stato come scrivere una serie, ci ha coinvolto molto. Il bello di questo film è che ha tanti personaggi con tanti punti di vista e questa è un po’ una cosa che lo accomuna a una serie. Pietro è un po’ una nuova versione di Mary Poppins, forse un po’ più sexy: entra nelle vite di queste persone e le rimette a posto. Ti insegna molto”.

Una domanda per le attrici. Cosa si prova a lavorare con due “primedonne”?
Le due attrici rispondono in coro: “Loro non sono ‘primedonne’”!
Carolina Crescentini: “Le cose che veramente scopri lavorando con loro è che sono due bave persone, in giro di questi tempi c’è troppo ‘ego’, è un piacere lavorare con loro. Non c’è stata competizione, invece abbiamo avuto grosse crisi di riso!”.

Miriam Leone: “Siamo stati dei compagni di classe con questo ‘capomastro’ che ci ha coinvolto”.

Alessio Maria Federici: “Io credo che noi siamo dei grandi privilegiati, facciamo un mestiere in cui ci permettiamo di raccontare i sogni degli altri e anche i nostri. Se su un set c’è una primadonna è solo perché qualcuno glielo permette”.

Una domanda per Bova e Argentero. Entrambi avete delle società di produzione. Ci potete parlare dei vostri progetti?
Luca Argentero: “Inside è una piccola società che ha già attraversato molteplici generi diversi. Ho scoperto in questi tre anni che è molto difficile essere un player. La sua destinazione attuale è una piattaforma internet che raccoglie molti story teller declinati al web. Poi ci sono i documentari che produco per passione, è uno sfizio che mi concedo”.

Raoul Bova: “Per quanto riguarda i miei progetti con la ‘Mistica’, la prossima sfida sarà un teatro. Io penso che sia nata con la voglia e il sentimento di fare progetti che sentivo dentro di me. Ho deciso di mettermi in gioco io stesso ma è più il cuore che mi spinge a realizzare questi progetti. Sicuramente continuerò”.

Una domanda per Bova e Argentero. Chi eravate voi da bambini e che sogni avevate? In che cosa siete simili e in cosa siete diversi?
Luca Argentero: “Io a otto anni ero bruttissimo e pensavo solo al tennis, avevo solo quello come sogno. Una differenza sostanziale tra noi l’ho colta. Mi aspettavo un ottimo professionista ma non mi aspettavo una profonda sensibilità come essere umano in Raoul. Forse la differenza tra noi è che io mi faccio scivolare le cose addosso mentre lui è un po’ più ricettivo, è molto aperto e più sensibile e subisce le ingerenze della vita".

Raoul Bova: “Incontrare Luca è stato un momento bello nella vita. Incontrarlo mi ha risollevato, fatto ridere e sorridere. Siamo simili in molte cose. Luca è una persona che ha pregi e valori, è una bella persona anche se gioca a fare il seduttore. Siamo diversi nell’affrontare i problemi della vita. Lavorare insieme ci ha un po’ completato”.

L’ultima domanda per gli attori. Com’è la vostra storia personale di fratelli unici?
Luca Argentero: “Io sono orgogliosamente il fratello maggiore di una sorella minore, il mio è un rapporto ‘talebano’ di cuore. Sono iperprotettivo e adoro essere un fratello maggiore.

Raoul Bova: “Io ho due sorelle più grandi, di sei e dieci anni. Sono cresciuto quasi come un fratello unico, non ho avuto confronti con fratelli maschi ma ho scoperto, grazie a questo film, che ne puoi incontrare tanti nella vita”.

Elena Bartoni

 


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